Gli ultrasuoni sono un mezzo fisico molto utile e prescritto dai medici. Essi si avvalgono di vibrazioni sonore a frequenze molto elevate non percettibili all’orecchio umano.
L’irradiazione ultrasonora produce un effetto pulsante meccanico (micro-massaggio) ed un effetto termico che, sommandosi, facilitano ed esaltano gli scambi cellulari ed intracellulari.
Esistono due tecniche di applicazione:
1. Il trattamento a contatto diretto rappresenta il metodo più utilizzato. Sulla zona da trattare e sulla testina dell’apparecchio viene spalmata una sostanza grassa che permette una migliore trasmissione delle vibrazioni sonore (gel conduttivo), mentre la testina viene spostata con un movimento rotatorio o di “va e vieni” molto lento, sempre a contatto con la cute. In alternativa, qualora la zona da trattare è ben definita, localizzata, quindi piccola e circoscritta, è possibile erogare gli ultrasuoni in maniera pulsata (a intermittenza con pause di circa 1 secondo), permettendo di mantenere ferma, ed eventualmente anche di fissare la testina sulla zona da trattare.
2. Il trattamento a contatto indiretto si realizza invece in acqua. La parte da trattare (normalmente mani e piedi) viene immersa in dell’acqua tiepida contenuta in una bacinella. La testina viene tenuta distante dalla cute 1cm circa e l’erogazione in questo caso è in genere di 3 watt/cm2. Questo tipo di applicazione trova indicazione nelle zone irregolari del corpo come: gomiti, malleoli, mani. Pertanto può essere usata in caso di epicondiliti, epitrocleiti, artrosi alle mani e ai piedi, contusioni e distorsioni con edemi a livelli di tali distretti.
Dosimetria: l’erogazione in genere dipende dalla dimensione volumetrica della zona da trattare. Generalmente si usano intensità di 3watt/cm2, o superiore, se i vogliono raggiungere organi profondi e ampi come ad es. il muscolo quadricipite, gluteo, deltoide; 1-2watt/cm2 per quelli più superficiali (ad es. tendine d’achille). È consigliabile iniziare sempre le prime sedute con dosi modeste per poi aumentare gradualmente.
La durata delle applicazioni varia da 10 a 15 minuti.
Gli ultrasuoni hanno un effetto:
– antalgico (contro il dolore);
– antiedemigeno, ovvero contro il gonfiore (poiché permettono di muovere il liquido all’interno dei tessuti biologici);
– fibrinolitico (contro le aderenze tessutali e per riallineare le fibre di collagene);
– di biostimolazione cellulare;
– di azione rilassante nei confronti delle strutture muscolari.
Possono essere dunque utilizzati per le seguenti patologie: tendinopatie inserzionali, tendiniti, tendinosi e tenosinoviti; epicondiliti ed epitrocleiti; sindrome da impengement (conflitto sub-acromiale della spalla); forme artrosiche; M. di Dupuytren; cicatrici ad evoluzione cheloidea; edemi; contusioni; distorsioni.
Gli ultrasuoni non possono essere applicati nella zona precordiale (vicino al cuore) in caso di miocardiopatie; è sconsigliata la loro applicazione in prossimità del midollo osseo (apofisi spinose vertebrali) e in vicinanza di organi sessuali.
Sono inoltre controindicati nelle articolazioni con epifesi fertili, ovvero nei bambini in fase di accrescimento e nei soggetti anziani con marcata componente osteoporotica poiché aggrava i fenomeni di decalcificazione dell’osso.
Altre controindicazioni sono rappresentate da neoplasie e tromboflebiti.
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