La Tecnica del Pompages Miofasciale è una forma di terapia manuale, ampiamente utilizzata nel trattamento dei disordini che riguardano l’apparato muscolo scheletrico.
Il lavoro del terapista si rivolge in modo preferenziale alla struttura che riveste gli organi corporei, in modo tale da proteggerli, collegarli e separarli: la Fascia.
La Fascia è il tessuto connettivo lasso, costituito da fibre di collagene ondulate, orientate parallelamente, che consente il “Libero Movimento” tra un muscolo e l’altro. Questo specifico tessuto rappresenta inoltre il 20 % dei tessuti nell’essere umano: si trova al di sotto della cute, ricoprendo quasi tutto il corpo senza interruzione e rivestendo ossa, vasi sanguigni e nervi.
La metodica è stata sviluppata dal fisioterapista e osteopata Marcel Bienfait e consiste in manovre di messa in tensione della fascia, con mobilizzazioni lente e progressive, che si ottengono tramite un movimento ritmico e regolare di “Trazione e Rilasciamento”. Solo grazie alla tensione prolungata e dolce, si raggiunge l’allungamento ottimale delle fibre di collagene che formano la fascia, ottenendo il recupero delle lunghezze fisiologiche di tali strutture.
Si possono individuare tre fasi caratteristiche di questa tipologia di manovre:
La messa in tensione deve essere dolce e progressiva, in modo tale da non allungare i tessuti oltre la loro fisiologica elasticità; se si supera questo limite la reazione al pompage può essere una maggior contrattura, come risultante di un meccanismo difensivo corporeo.
Il mantenimento risulta essere la fase più importante nell’esecuzione di pompages muscolari, per tale motivo richiede un tempo di esecuzione di almeno trenta secondi.
La retrazione muscolare è provocata dalla compenetrazione troppo fitta tra i miofilamenti di actina ed i miofilamenti di miosina a livello dei sarcomeri. Vista la viscoelasticità della fibra muscolare, una tensione sufficientemente prolungata permette ai miofilamenti di actina di scivolare verso l’allungamento. In questo modo si detendono i muscoli e le aponeurosi periarticolari dalle contratture muscolari e dalle leggere densificazioni, ottenendo inoltre un miglioramento del trofismo cartilagineo a livello articolare. L’azione benefica è quindi duplice: sia a livello muscolare che articolare!
Il rilasciamento ha di solito un tempo doppio del mantenimento e della messa in tensione, questo perché è la fase della tecnica in cui si realizza la sua azione decontratturante,antalgica e di richiamo circolatorio attraverso una lenta e continua mobilizzazione della fascia.
Questo trattamento trova delle indicazioni di applicazione molto vaste, proprio poiché interessa un tessuto così capillarmente diffuso nel corpo umano.
Risulta pertanto particolarmente consigliato nel caso di: