Fisioterapia Maniscalco

Pubalgia

CHE COSE’

Con il termine pubalgia si intende una sindrome caratterizzata da dolore in regione inguinale e/o pubica alla quale può aggiungersi fastidio e/o dolore alla faccia interna delle cosce.

Rientra in quelle che vengono definite mioentesiti (infiammazioni muscolo-tendinee) che interessano le inserzioni di diversi muscoli a livello della sinfisi pubica (adduttori, pettineo, piramidale, retti addominali, obliqui addominali, trasverso addominale).

 

QUAL’E’ LA CAUSA?

La causa principale è il sovraccarico funzionale di tipo acuto o cronico.

Conosciuta molto nell’ambito sportivo professionistico, in particolar modo nel calcio, la pubalgia è di frequente riscontro anche in sportivi occasionali, a causa della mancanza di preparazione fisica (il cosiddetto “giocatore della domenica” ), e in persone che presentano squilibri muscolari di varia origine. In questi ultimi casi si possono trovare cause di origine meccanica derivanti da patologie a carico della colonna vertebrale, degli arti inferiori o disturbi della deambulazione su base neurologica.

La pubalgia va differenziata da quelle patologie che possono simulare aspetti simili e spesso uguali, ma che sono generati ad esempio da problematiche della sfera uro-genitale, articolare (artrosi), radicolare, o ernie inguinali…che richiedono, quindi, un approccio terapeutico completamente diverso.

 

COME VIENE FATTA LA DIAGNOSI?

La diagnosi viene fatta attraverso dei “tests di provocazione”, che servono a far emergere il dolore attraverso la  palpazione, distrazione e contrazione contro resistenza.

Tutto questo però, da solo non è sufficiente per una diagnosi di pubalgia; l’RX e l’ecografia rappresentano i due esami strumentali preliminari a completamento e conferma della diagnosi.

Essi rappresentano il modo più sicuro per evidenziare il grado di degenerazione della giunzione tendinea e per escludere eventuali altre disfunzioni o patologie (diagnosi differenziale).

 

COME SI CURA? QUAL’E’ LA TERAPIA?

La terapia della pubalgia, molto comune alla stragrande maggioranza delle tendinopatie inserzionali, può essere suddivisa in base all’aspetto sintomatico e funzionale.

Sintomatico: nella fase acuta gli obiettivi principali sono la riduzione della flogosi (infiammazione) e della sintomatologia algica (dolore).

– crioterapia (effetto analgesico e vasocostrittore)

– riposo funzionale (se possibile non assoluto e mantenuto fino alla regressione della sintomatologia dolorosa)

– utilizzo di analgesici e FANS per via sistemica (prescritti dal medico)

– terapia fisica (laser Nd-YAG, tecarterapia, onde d’urto le principali)

massaggio decontratturante a carico dei muscoli dolenti e massaggio trasversale profondo a carico della giunzione tendinea

– infiltrazioni di anestetico locale e/o di cortisone (solo nelle tendinopatie aggressive, ribelli ad ogni trattamento e permanenti)

 

 

Funzionale : fase sub-acuta, l’obiettivo è quello di aumentare le proprietà di fondo del muscolo/i colpiti e correggere eventuali problematiche (esogene o endogene) morfostrutturali del paziente.

– programma specifico di stretching dei muscoli coinvolti

– programma specifico di tonificazione muscolare (in seguito al riposo funzionale può coesistere lieve ipotonia dei distretti coinvolti)

– correzione e rieducazione dei gesti lavorativi, sportivi, quotidiani potenzialmente lesivi.

 

 

Non di poco conto è l’approccio alla pubalgia attraverso l’Osteopatia.

 

Che cos’è l’osteopatia, come può essere d’aiuto in questi casi?

Prima di affrontare l’argomento specifico vediamo brevemente qualche dettaglio.

Sempre più spesso oggi si sente parlare ovunque di Osteopati ed Osteopatia; ma che cos’è veramente la pratica osteopatica? A cosa serve? Perché si ricorre ad essa sempre più frequentemente?

Senza soffermarci su boriosi discorsi circa le origini dell’osteopatia ormai risalenti a più di un secolo fa, affronteremo quelli che sono i principi cardine e la concezione filosofica che sta dietro di essa.

L’osteopatia rientra in quelle che vengono denominate medicine alternative e si caratterizza per un approccio olistico globale sul paziente andando ad analizzare e valutare a 360 gradi lo stato psico-fisico della persona.

Nasce e si sviluppa parallelamente alla medicina tradizionale con la quale condivide studi scientifici, conoscenze di anatomia, fisiologia … e alcuni tests diagnostici, ma dalla quale si differenzia per il non uso di farmaci e un approccio manuale costituito da manovre specifiche. Tali manovre, contrariamente a quanto si pensi, non comprendono solo manipolazione dell’apparato muscolo scheletrico (l’osteopata non è lo scrocchia ossa), ma anche tecniche sui visceri e sul cranio-sacro che hanno l’obiettivo di riequilibrare e riarmonizzare i movimenti intrinseci al corpo al fine di garantire il processo di auto-guarigione di cui il corpo stesso necessità.

Nella pubalgia il meccanismo lesionale che si viene a creare è spesso dato dal disequilibrio tra le forze ascendenti (arti inferiori) e le forze discendenti che agiscono sulla stazione bilanciatrice rappresentata dal bacino che corrisponde anche alla zone di inserzione della muscolatura addominale.

Il compito dell’osteopatia, attraverso tecniche dirette o funzionali, strutturali o viscerali, è quello di donare armonia, simmetria ed equilibrio tra tutte le forze agenti sul corpo. in tal in modo, durante qualsiasi tipo di attività, le forze agenti sui vari distretti (vedi il bacino nella pubalgia), siano sempre ben bilanciate: ciò aiuterà sicuramente l’individuo ad andare incontro ad un minor numero di problematiche muscolo-scheletriche.

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